Per la prima volta, il nostro Paese si trova a dover reagire duramente con il cambiamento catastrofico e la gestione emergenziale.
Da subito, sin dall’inizio tutti noi abbiamo assistito all’alzata di scudi del linguaggio istituzionale che dietro a parole che abitualmente non usiamo nel linguaggio comune, snocciolava in “burocratichese” una serie di divieti, restrizioni, proibizioni, impedimenti, interdizioni, veti; ai sensi di altrettanti articoli di legge dal codice davvero complicato.
In particolare -per non sbagliarsi-, tutto ciò si è ripercosso come il “rimbalzo perfetto”, nelle comunicazioni via via indirizzate al singolo cittadino, con paragrafi interminabili di decreti legislativi ai sensi di articoli altrettanto sconosciuti che venivano snocciolati come fossero il risultato di una sentenza di un giudice di tribunale. Creando in molteplici casi tante incomprensioni e inutili polemiche.
Noi crediamo nella chiarezza e nella semplicità. Cerchiamo perciò di giocare di anticipo.
È in momenti difficili come questi che le aziende non si possono accontentare di gestire le emergenze attivando solo piani di smartworking e condividendo a caso comunicati stampa, ben scritti ma asettici, serve porsi come interlocutore vicino ai dipendenti e ai clienti, credibile e che comunica in modo umano e caldo: mettendo in gioco i propri valori.
I dipendenti e i clienti sono prima di tutto cittadini che hanno bisogno di trovare nell’azienda un baricentro che li aiuti ad orientare le proprie azioni in ambito professionale ma che al contempo sia un punto di riferimento chiaro e rassicurante anche per la vita sociale.
I manager, i Ceo e le aziende, loro malgrado, in questi momenti straordinari, hanno e avranno un ruolo sociale importantissimo o dovranno assumerselo. Verso idipendenti interni. Verso i clienti esterni. Verso fornitori e stakeholders
Siete pronti? Per evitare di cadere nella quarantena emotiva e nella catastrofe economica, bisognerà attivare piani di intervento e di narrazione-comunicazione mirata.
La differenza tra il momento in cui tutto è distrutto e quello in cui tutto inizia là fa il cuore.
